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acquedotto 1 [dal lat. aquaeductus, da aqua, acqua, e ductus, condotto]. - Canale sotterraneo, o foraneo, o sopraelevato, mediante il quale l'acqua è condotta dalla sorgente al luogo di consumo, sfruttando le pendenze del terreno. L'Acquedotto sopraelevato, il più comune, è poggiato su di una struttura in muratura che, in molti casi, assume il caratteristico aspetto della costruzione ad archi, già nota fin dall'antichità . Restano infatti, ruderi di grandi Acquedotti costruiti dai Babilonesi, dagli Assiri, dai Persiani. In Giudea, in Samaria, in Galilea, prevalse il tipo fenicio, scavato nella viva roccia, mentre di una certa imponenza furono gli Acquedotti dei Greci, specialmente quello di Atene e quello di Siracusa. Ad ogni modo, l'Acquedotto rimane una delle più tipiche manifestazioni dell'arte costruttiva romana; al tempo di Frontino se ne contavano nove, denominati dall'acqua che canalizzavano: Aqua Appia (312 a. C.), Anio Vetus (272 a.C.), Aqua Marcia (146 a. C.), Aqua Tepula, Aqua Julia, Aqua Virgo (con settecento arcate), Aqua Alsietina, Aqua Claudia e Anio Nevus. Più tardi si aggiunsero altri Acquedotti e le loro derivazioni (vanno ricordati quelli costruiti da Traiano e da Alessandro Severo). Nelle altre città d'Italia gli Acquedotti monumentali furono meno numerosi e poche sono le rovine rimaste; si ricordano quello di Genova in Val Bisagno (sec. III a. C.), quelli di Pozzuoli, Acqui, Rimini, Alacri, Brindisi. Più grandiosi furono quelli delle altre provincie dell'Impero, tra i quali vanno ricordati: quello di Nimes (lungo 49 km. e noto per il ponte sul Gardon, detto Ponte del Gard), di Fréjus, di Lut&ia, di Marsiglia e di Cahors, in Francia; quelli di Segovia, di Tarragona, di Merida e di Siviglia, nella penisola iberica; e infine quelli di Magonza, di Colonia, di Pergamo e di Beirut. La tecnica di costruzione era diversa da quella odierna, giacché i tubi allora erano solo di piombo, e l'acqua veniva addotta dalle sorgenti e portata nelle città per mezzo di canali sotterranei, che negli attraversamenti delle vallate erano sostenuti da ponti-canali in muratura, con grandi arcate, spesso sovrapposte in più ordini, per assicurare al canale la dovuta pendenza. Il canale sboccava poi in un serbatoio, al centro della città (castello d'acqua) da cui diramavano le tubazioni di piombo che portavano l'acqua alle case.
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